IL CIMITERO EBRAICO
Il cimitero ebraico di Alba Iulia è il più antico della Transilvania e tra i più antichi della Romania. Il suo inizio è legato alla costruzione della Fortezza bastionata, il più vecchio documento che certifica la sua esistenza risale al 1752. Ma anche prima gli ebrei hanno avuto uno statuto particolare ad Alba Iulia. Il principe Gabriele Bethlen ha concesso agli ebrei dei privilegi nel 1623 e nel 1625, compreso il diritto di stabilirsi ad Alba Iulia, di fare commercio, di indossare i loro abiti specifici. Per più di due secoli (fino al 1840), Alba Iulia è stata l’unica città della Transilvania dove gli ebrei avevano il diritto di vivere, ma non quello di avere proprietà. Così, la comunità ebraica di Alba Iulia è diventata la più grande della Transilvania. Questa comunità è diventata importante anche sul piano economico di Alba Iulia. Le prime imprese locali alla fine del XIX secolo, sono state avviate dagli ebrei: il mulino, la fabbrica di distilleria, un mattatoio e una centrale elettrica.
Nel ventesimo secolo, tuttavia, il numero degli ebrei è diminuito sempre di più, registrandosi solo 20 persone al censimento del 2011.
Dopo un recente sondaggio, ci sono 810 cimiteri ebraici in Romania, di cui oltre 750 sono nei luoghi dove non ci sono più ebrei.
Un altro record del cimitero ebraico di Alba Iulia è che è stato utilizzato in modo continuo, dal XVIII secolo ad oggi. È stato utilizzato da entrambe le comunità degli ebrei, quella sefardita (di rito spagnolo) e quella degli aschenaziti (della zona d’influenza tedesca, che parlavano lo yiddish). Il cimitero contiene 2038 tombe e 1960 lapidi. La maggior parte contengono degli elementi barocchi o neo-classici, con motivi specifici della cultura ebraica (lavaggio rituale, menorah, stella di Davide, ecc.), e vari altri simboli, come la salice, presente sui sontuosi monumenti. Le iscrizioni funerarie conservate fino alla metà del XIX secolo, erano solo nella lingua ebraica, per contenere più tardi anche testi in tedesco e ungherese, incisi sul retro dei monumenti. Queste cose ci mostrano come la società ebrea è evoluta di pari passo con l’alba della modernità, dal tradizionalismo conservatore ad una società più aperta. Inoltre, qualsiasi cimitero è uno specchio dell’evoluzione della comunità che rappresenta.
Consulente scientifico: Dr. Tudor Roșu, storico
Materiale tradotto da: Camelia Augusta Roșu
Parte integrante della comunità israelitica di Alba Iulia è il cimitero secolare sulla via Vasile Alecsandri. È il più antico della Transilvania e tra i più antichi della Romania. Uno dei record del cimitero di Alba Iulia è la sua continuità di quasi 300 anni. Inoltre, è stato utilizzato sia dalla comunità ebraica sefardita, di rito spagnolo, sia dagli ebrei ashkenaziti, della zona di influenza tedesca.
La dimensione sacrale del cimitero ebraico è estremamente importante, nel senso che sui monumenti che qui si trovano non è possibile effettuare nessun tipo di intervento umano. Non esiste la possibilità di riutilizzare le tombe.
Una delle più importanti lapidi è quella del rabbino Ezechiele Paneth, che ha costruito in Alba Iulia la prima sinagoga in mattone della Transilvania, nel 1840.
Le lapidi del cimitero ebraico di Alba Iulia sono interessanti per forma e dimensione, per il rapporto tra le iscrizioni e le decorazioni, ma anche per il messaggio trasmesso dai simboli raffigurati dai scalpellini. Il cimitero contiene 2038 tombe e 1960 lapidi. Stilisticamente, la maggior parte di loro contengono degli elementi barocchi e neoclassici, con motivi specifici della cultura ebraica, come ad esempio: il rituale del lavaggio, la stella di David, l’ulivo.
In contrasto con la semplicità delle tombe tradizionali ebraiche, la maggior parte delle famiglie benestanti della città di Alba Iulia hanno costruito agli inizi del 1900, delle tombe monumentali. Le costruzioni mostrano l’integrazione degli ebrei ricchi nella comunità ungherese della città di Alba Iulia. Le iscrizioni funerarie conservate fino alla metà del XIX secolo erano solo in lingua ebraica, per contenere più tardi anche testi in tedesco e ungherese, incisi sul retro dei monumenti. Queste cose dimostrano come la società ebrea si sia evoluta di pari passo con l’alba della modernità: dal tradizionalismo conservatore ad una società più aperta.